Pubblicato sul finire dello scorso anno dalle Edizioni Via del Vento, il volumetto dal titolo Una notte a Kalinteri di Kavafis (n. 81, collana «Ocra gialla») amplia e arricchisce la conoscenza dell’opera del celebre autore greco nato e scomparso ad Alessandria d’Egitto (1863-1933), proponendo una serie di sorprendenti prose rare che ben testimoniano la versatilità dell’intellettuale in questione. Come precisa la curatrice Claudia Ciardi nella sua gran bella postfazione, esse sono parte di “[…] una produzione meno nota e dispersa in edizioni fuori stampa o troppo frammentata nelle poche ristampe.” Un corpus, dunque, ancora cospicuamente da esplorare negli archivi, uno studio tutto in divenire che preannuncia risultati molto interessanti.
Dai testi qui raccolti, per lo più brevi articoli, annotazioni, riflessioni, emerge una scrittura degna di nota e assai coinvolgente che cattura ben presto il lettore accompagnandolo in un viaggio particolarmente affascinante. Spicca, tra queste pagine, il racconto fantastico Alla luce del giorno, estratto da una edizione risalente al 1896, del quale si offre una nuova traduzione in lingua italiana.
“[…] La stanza era buia. Ho acceso la luce. Il sogno era così reale, così vivido che sono rimasto sbalordito e sopraffatto. Ho avuto la debolezza di andare a vedere se la porta fosse chiusa a chiave. Chiusa come sempre. Ho controllato l’orologio: erano le tre e mezzo. Mi ero coricato alle tre in punto. […]”
La trama, animata dall’elemento soprannaturale, se non addirittura demoniaco, che sembra mescolare con abilità realtà e sogno, viene impreziosita da vivide atmosfere mediterranee che le fanno da sfondo.
Avvezzo a un’esistenza riservata, emblematicamente rischiarata dalla luce delle candele nella propria abitazione egiziana, come ci ha raccontato la penna del sopraccitato Ceronetti nel suo bellissimo testo All’accendersi delle candele, riportato in chiusura di una raccolta poetica kavafisiana da lui curata (Un’ombra fuggitiva di piacere, Piccola Biblioteca Adelphi, 2004), il poeta nel 1910 di sé scriveva:
“La mia vita scorre in voluttuose fluttuazioni, in pensieri inclini all’erotismo che talvolta arrivano a realizzarsi. La mia opera è invece governata dal ragionamento. Va bene così, forse. […] Opero come gli antichi. Costoro hanno discettato sulla storia, la filosofia, composto drammi a partire da radici mitologiche ed erano – molti almeno lo erano – malati d’amore, esattamente come me.” (dal brano “Vita e arte”)
Colpiscono, inoltre, i suoi ragionamenti in Le parole (1902) in merito all’importanza dell’esprimersi in vari contesti, anche al fine di dare forza a idee che possano un giorno cambiare il mondo:
“[…]Un uomo semplice […] ha un’idea, critica un’istituzione o un’opinione generale; sa che la stragrande maggioranza pensa il contrario, quindi tace […] È un errore grossolano. Io mi comporto diversamente. Critico ad esempio la pena di morte. Non appena si presenta l’occasione, lo dico, non perché penso che gli Stati la aboliranno domani, ma perché sono convinto che dichiarando la mia contrarietà contribuisco al trionfo della mia opinione. Non importa se nessuno è d’accordo con me. Il mio discorso non è perso.[…]Altri avranno il coraggio dell’azione. […]”
Un passo di notevole profondità che si commenta da sé.
Un’altra preziosa pubblicazione, Una notte a Kalinteri, della piccola grande casa editrice pistoiese, la quale, proprio durante questo 2021, festeggia i suoi primi trent’anni di attività. Una lettura di certo imperdibile per gli appassionati del poeta alessandrino, ma ottima e utilissima anche per chi desiderasse iniziare a conoscere la straordinaria figura di Konstantinos Kavafis che ci ha lasciato Itaca e altre liriche meravigliose.
Laura Vargiu
(Konstantinos Kavafis, Una notte a Kalinteri, a cura di Claudia Ciardi, Edizioni Via del Vento, 2020, pagine 44, € 4,00)