Berselli e i sinistrati di ieri e di oggi

sinistrati

È tempo di elezioni e intanto la politica si è imbastardita nel passaggio traumatico dalla prima alla seconda Repubblica, tanto che il nostro sistema politico pare sia giunto al capolinea, al termine del suo ciclo.

Mentre scrivo questo articolo, mi imbatto in uno scritto di qualche anno fa della premiata coppia Frutterov& Lucentini e mi accorgo che la profezia è diventata squallida realtà. « Le elezioni non servono più a niente? Ma appunto! Quale altro Paese è in grado di offrire ai cittadini un rito  così mirabilmente gratuito, una gestualità così depurata di ogni senso, un certame che è pura rappresentazione, puro teatro? Sarebbe follia non approfittarne l’ultima volta, negare il biglietto d’ingresso (il voto) a tanti volenterosi, meravigliosi attori! Tanto più che questa potrebbe essere la loro serata d’addio».

Parole taglienti che hanno il peso delle pietre scagliate. Arrivano da un passato recente per raccontare la decadenza e al qualunquismo della politica odierna  e la demagogia dei nostri teatranti che in queste ore si affannano, tra una promessa e l’altra,  per conquistarsi l’ennesimo posto al sole nel palazzo dei passi perduti.

In questo triste paesaggio il fallimento politico della sinistra continua a dare il peggio di sé. Stiamo per assistere, dopo l’ennesima scissione, a uno scontro elettorale tra il Pd e Liberi e uguali, praticamente una guerra, in parte fratricida, fra sinistrati.

Questa parola mi fa venire in mente Edmondo Berselli, un giornalista di razza. Soprattutto in questi tempi banali è doveroso ricordare la sua intelligenza e la sua profonda umanità. Nel conformismo politicamente corretto della carta stampata, il suo stile si distingueva. Con leggerezza e con una inconfondibile grazia del dire i suoi bellissimi articoli erano un esempio di altro e alto giornalismo.

Nel 2008 Berselli, che aveva le antenne sempre in allarme, dette alle stampe Sinistrati. Storia sentimentale di una catastrofe politica (Mondadori). Davanti all’ ennesima sconfitta della sinistra, Berselli da uomo intelligente di sinistra ne certifica l’agonia e la crisi nera e aprendo come sempre il suo pensiero all’ironia tagliente affonda la sua penna nella piaga di tutti i nodi irrisolti che la condanneranno alla disfatta eterna di oggi.

I sinistrati di Edmondo Berselli deambulano come anime morte in pena nel politichese ciarlatano di oggi e hanno la presunzione di non avere commesso nessun errore.

Ma leggiamo cose scriveva Berselli: « Ma com’è possibile, continuiamo a crederci? Come è stato possibile, ci domandiamo davati al fallimento politico della sinistra? Ci  rendiamo conto del rischio di diventare una minoranza permanente? Noi chic e noi popolari, noi borghesi e noi medio –bassi, noi snob, noi ceto medio riflessivo, noi liberal, noi democrat, noi intelligenti e stupidi di buona volontà, noi che assistiamo al successo da parte e all’occupazione da parte di ex fascistoni, di spregiudicati voltagabbana, di brutti figuri con il cravattone, il colletto slacciato e l’auto sfacciata, gente che fa il possibile e pure l’impossibile per apparire impresentabile, siamo in grado di fare un onesto esame di coscienza? Di riconoscere  dove abbiamo sbagliato?

Risposta: abbiamo sbagliato dappertutto, noi sinistrati, noi sinistrorsi, noi poveri sinistronzi»

Edmondo Berselli, e chiaro ma soprattutto è umile, nel dire questo. Lui da uomo intelligente l’esame di coscienza, a differenza di chi la sinistra la rappresenta nei partiti e nelle istituzioni se l’è fatto. E guardando insieme a lui questa storia sentimentale di una catastrofe, che in queste ore sta raggiungendo il punto di non ritorno con la nuova farsa tra reduci sinistrati, non possiamo non essere d’accordo quando sostiene che «è tutta colpa nostra. Perché abbiamo creduto di poter combattere contro la destra dall’alto di una superiore qualità morale e culturale. Perché non abbiamo saputo  capire com’è fatta davvero la società italiana. Perché non abbiamo voluto vedere in faccia la realtà».

Si diventa sinistrati proprio perché al momento giusto si è sbagliato tutto. Berselli, da profondo uomo di sinistra, scrive il suo libro per proporre ai sinistrati di guardare in faccia la realtà e farsi, come ha fatto lui, quel benedetto esame di coscienza, necessario per comprendere il naufragio.

Ma le parole di Edmondo Berselli sono rimaste inascoltate. Oggi, in quel che resta della sinistra, i sinistrati sono in notevole aumento.

Da una parte il Partito Democratico che continua a essere un combinato, una miscela, un sedimento. Hanno preso un frullatore e ci hanno messo tutto (la definizione è di Edmondo Berselli). Dall’altra i cosiddetti Liberi e uguali, da reduci a scissionisti, ma sempre sinistrati che non si rendono conto di esserlo.

Il risultato sarà ancora catastrofe perché i sinistrati di oggi non hanno dato ascolto  alle parole di Berselli, non hanno l’umiltà per poterlo fare.

«La prima cosa che la sinistra deve fare e imparare a dire la verità. Il che non è semplice, perché la sinistra crede di essere la verità e quindi non sente il bisogno di dirla». Anche qui Berselli ha fatto centro. Ma i sinistrati continuano a essere sordi.

Nicola Vacca

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