Verità e bellezza, una contraddizione

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Coloro che amano la bellezza siano pronti a non pretendere la verità. Entrambe non possono esistere contemporaneamente. L’una disintegra l’altra. Bellezza e verità hanno una sola cosa in comune: sono passeggere.

La bellezza, ossia, sogno, speranza, favola raccapricciante, ammalia negli stati di necessità. La verità, ovvero, entropia, non senso, morte, appare in rari momenti di lucidità. Chi è pronto ad accettare tutto ciò è vivo. Il nichilismo ha spiegato questo superando ogni sistema di pensiero. Non ci sono verità alte o basse in natura, ma concetti e giudizi che l’uomo eleva o sotterra secondo le proprie esigenze.

Da quando l’uomo ha mosso i suoi primi passi sulla Terra, è stato fregato dal bisogno di ricercare qualcosa di eterno e di incondizionato. Qualcuno si è anche illuso del fatto che la metafisica sia riuscita a parlare oggettivamente di Dio. Ebbene, per quanto io non abbia nessuna simpatia per Kant, mi trovo d’accordo con lui proprio quando demolisce questa presunta oggettività di cui si è vantata la metafisica. La ragione e l’intelletto possono solo aver certezza dei fenomeni, ma tutto crolla nel momento in cui provano a spingersi oltre. In poche parole: impossibile esser certi dell’esistenza di Dio, ma è anche impossibile provare il contrario. Nonostante tutto, l’uomo non può fare a meno di andare oltre, al di là del mondo sensibile.

Tutto ciò è affascinante, ma trovo che adesso, in questo momento storico, dobbiamo sfruttare la dialettica del disincanto. Abbiamo bisogno di distruggere la bellezza. Brutta è la morte, brutta è la fame, brutta è l’ingiustizia, brutto è l’uomo… ma sono tutti enti reali. Non è nostro compito aspirare all’immortalità o alla legge morale, perché è proprio il qui-ora che ci impone di vivere con l’unico scopo di risolvere solo e sempre delle contraddizioni.

Il pensiero genera contraddizioni; la contraddizione è la prova che l’uomo vive in sé una guerra di concetti. La bellezza e la verità si combattono da sempre, mai ci sarà la pace. Poiché nulla è vero e nulla è bello, allora, tanto vale vivere secondo una sana leggerezza… e poi… fine.

Martino Ciano

[In copertina: Testa di Demetra fotografata da Mimmo Jodice, 1991]

 

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