
Gli anni (L’Orma editore) è nello stesso tempo un’autobiografia e la cronaca di una società, quella che va dal dopoguerra ai nostri giorni. Con una dirompente capacità critica l’autrice Annie Ernaux riesce a tenere uniti i lembi di un tempo storico che si perderebbe nei rivoli di una memoria mutilata dalla rapidità degli accadimenti.
La narrazione di questo libro si svolge intorno ad un nodo cruciale che lega la visione particolareggiata del singolo con gli accadimenti di più ampio respiro: la scrittrice mescola la sua voce con quella corale di una realtà sfaccettata e si chiede quando il tempo della storia diventa la nostra vita.
Gli eventi su cui si focalizza la sua attenzione vanno dalla liberazione alla fine della seconda guerra mondiale, dalla questione algerina all’elezione di de Gaulle, dai moti giovanili del ’68 all’emancipazione femminile, da Mitterrand al conformismo, dall’avvento di internet all’undici settembre, passando attraverso la giovinezza, la maternità, il matrimonio, la ricerca di una indipendenza economica. L’infanzia vissuta a Rouen, l’adolescenza connotata dai tentativi di trovare un’identità, gli infiniti pranzi nei giorni di festa alla cui immagine Annie Ernaux ricorre per farci addentrare nei mutamenti sociali e politici che si sono succeduti e dei quali si parla proprio in simili occasioni, ruotando intorno a tematiche diverse man mano che gli anni scorrono.
Piccoli satelliti che arricchiscono il racconto, scandendo un ritmo leggero e incalzante.
La scrittura (e la nostra lettura) scorre senza intoppi: l’autrice non ama perdersi nei meandri delle descrizioni o delle spiegazioni. Non c’è voglia né tempo per sguazzare nella nostalgia e nel rimpianto.
Essendo una biografia e una cronaca ad ampio raggio, questo libro è privo di trama, non c’è un finale che infiocchetti le vicende iniziali con un lieto fine, eppure non si resiste alla tentazione di leggere ancora una pagina, ancora qualche rigo poiché sentiamo chiaramente di esserci anche noi nelle vicende narrate, non importa se vissute per esperienza diretta o se studiate sui libri di storia. C’è il nostro passato, il passato comune che inevitabilmente ha avuto ragione sulle nostre singole vite e questo rende la lettura necessaria.
La memoria collettiva si arricchisce di quella personale e questa trae dalla prima i suoi fondamenti e le sue aspirazioni. Il pronome noi, usato da Annie Ernaux al posto dell’io, raccoglie tutta l’intensità delle vicende che sono attraversate con la puntualità di un lampo e con la forza di un tuono.
Nel testo, mai diviso in capitoli, echeggiano le voci di coloro che fecero parte della vita di Annie Ernaux così come di quelli che, lontani da lei per ruoli storici ufficiali, l’hanno adoperata per influenzare il divenire storico mondiale.
L’autrice si pone come il fondo di un pozzo in cui si affaccia l’intero universo, generando continui cambiamenti nelle profondità di una coscienza che assorbe ogni luce e non rigetta nessuna oscurità. Questa è una biografia dell’anima,
Scrive l’autrice: ‘Sarà una narrazione scivolosa, in un imperfetto continuo, assoluto, che divori via via il presente fino all’ultima immagine di una vita. Un fluire interrotto, tuttavia, da foto e sequenze di filmati che a intervalli regolari coglieranno la forma corporea e le posizioni sociali successive del suo essere, fermi-immagine della memoria e allo stesso tempo resoconti sull’evoluzione della sua esistenza, ciò che l’ha resa singolare, non in virtù degli elementi esterni della sua vita (traiettoria sociale, professione) o di quelli interni (pensieri e aspirazioni, desiderio di scrivere), ma per la combinazione degli uni e degli altri, unica in ciascun individuo. A questo “continuamente altro” delle foto corrisponderà, a specchio, il “lei” della scrittura. In quella che vede come una sorta di autobiografia impersonale non ci sarà nessun “io”, ma un “si” e un “noi”, come se anche lei, a sua volta, svolgesse il racconto dei tempi andati’.
Il racconto della Storia e delle storie è reso in una prosa raffinata in cui non c’è mai esibizione o ricercatezza a tutti i costi; questo emerge soprattutto nella capacità di emettere sentenze lapidarie, usando periodi brevi con cui Annie Ernaux intende evocare gli esiti della sua esperienza durante gli anni della sua vita.
E, se in una vita sola la Storia riesce a far germogliare così tante riflessioni, diventa urgente scoprire cosa accade nelle vite di un’intera collettività.
Luciana De Palma