
NICO DE SANCTIS
STANZE DI VITA QUOTIDIANA
( 14 GIUGNO ORE 21,00 – 3 LUGLIO 2022
C/O CALISTO CAFE’- VAILATE (CR).
Gli uomini veri
Gli uomini veri pulsano nell’invisibile
Scrutano nel buio tra i crampi del dolore
Lampi di luce d’improvviso amore
E fili d’erba senza nome nati per caso
Tra gli scarti e le crepe della terra.
Altrove i sicari della vita bestemmiano
Inginocchiati sul collo di una civiltà morente
Lasciano a terra solo respiri strozzati
Refili di vetro tagliente e avanzi
Di futuro bruciato con cui sopravvivere.
Donato Di Poce
Due anni di pandemia hanno prodotto disastri economici, psicologici e sociali, ma nell’immaginario degli artisti e poeti anche nidi di creatività e bozzoli di visioni future.
Almeno tale è il risultato di due anni di lavoro chiusi nelle stanze creative di Nico De Sanctis, prolifico e poliedrico artista e designer surreale, onirico e visionario.
L’Artista ha sviluppato il tema della reclusione coatta e forzata nella stanza su un doppio binario: da un lato quello dell’osservazione degli oggetti che quotidianamente gli facevano compagnia e con cui stabiliva un dialogo interiore, un rapporto aptico e di valore d’uso, dall’altro in chiave di evasione onirica e desiderante che lo portava ad aprire finestre interiori e visionaria su una realtà surreale e fantasmagorica.
De Sanctis realizza quindi delle opere di grande sapienza tecnica in cui il disegno (di cui è un maestro insuperabile) fa da matrice e traccia ad un’oggettistica fluttuante in campiture di colore simbolico.
Ma allo stesso tempo sono opere di grande equilibrio formale e tecnico, in cui la figura si fonde e si compenetra spesso con oggetti coloratissimi, forme geometriche primarie (cerchio, triangolo, quadrato e rettangolo), e oggetti simbolici come uovo, da intendersi come idea primaria e origine della creazione.
Non sfugge al nostro autore l’idea di bellezza che contamina il presente seppur oppressivo e claustrofobico, di cui l’artista si libera con frecciate di fantasia e incursioni da entomologo nel nulla quotidiano.
Succede così che ogni opera diventa un nucleo operativo fondante di una rinascita estetica ed esistenziale, non solo oggetto di sopravvivenza, ma ponte culturale e fondativo di una nuova estetica ed etica del vivere quotidiano, in un rapporto di identificazione e universalizzazione del banale quotidiano, che si eleva a tavola di sacralità futura, oggetto di amore ed erotizzazione del presente.
Nella sua catalogazione del quotidiano, De Sanctis elabora un nuovo vocabolario estetico carico di tensioni, individualità e universalismi che raccoglie e coagula in trucioli estetici che diventano magma organizzativo di nuovi mondi interiori.
La stanza diventa una prospettiva ordinatrice e rigenerante, la rappresentazione del gioco della vita, un cuore pulsante di trasfigurazione umanistica e una nuova base di educazione sentimentale, il luogo della genesi del corpo vivo e vitale che vuole rifondare il mondo.
Il quadro diventa esso stesso una stanza del possibile e della genesi creativa, in lotta contro la realtà conturbante e ossessiva la retorica compulsiva della tecnologia e della tecnica, il quadro è la stanza interiore che abitiamo e che ci abita, il luogo da cui aprire finestre sul nostro inconscio e sul mondo.
Donato Di Poce