
Uscito molti anni fa, questo libro dello storico delle religioni antiche Marcel Detienne viene provvidenzialmente ripubblicato da Laterza in un momento in cui polemos è ritornato al centro delle nostre vite e purtroppo non in modo rituale, ma in tutta la sua cruda realtà.
Si inizia con l’esplorazione del discorso mitico, e con l’importanza che i miti hanno avuto nella formazione dello spirito greco, non solo arcaico (l’elemento rituale permane anche dopo l’avvento della filosofia e del pensiero logico) per continuare con l’analisi di alcuni miti tra cui quello di Dioniso e della pantera profumata, la donna cacciatrice ma non cacciabile né catturabile a causa della sua indole libera e insofferente.
Quella che emerge non è solo una fenomenologia del mito, delle modalità in cui si manifesta e in cui opera a livello semantico rispetto alla realtà, di come i singoli miti rimandino gli uni agli altri, in un alternarsi di differenze e ricorrenze, secondo l’indagine strutturale riconducibile, a grandi linee, al modello dei fratelli Propp per le fiabe e a quello di Levi-Strauss per le culture.
Emerge anche un ritratto inusuale della grecità, fatto di esotismo, erotismo, oscurità, forza, sacrificio, passione e sensualità, lontano dall’ideale della compostezza classica e delle serenità olimpica di cui ci parlano generazioni di manuali.
Del resto, Dioniso è il dio delle tenebre, che non dà risposte rassicuranti sull’esistenza, anzi le nasconde enigmaticamente, e il dio del caso, della turbolenza e dell’animosità, che i Greci impararono nei secoli della paideia a esorcizzare e sublimare in modo apollineo, come ha spiegato Nietzsche in La nascita della tragedia, per non affondare e impazzire di fronte all’imponderabile. E per non distruggersi.
Stefano Cazzato
(M.Detienne, Dioniso e la pantera profumata, Laterza, Roma-Bari, 2022)