Nozze d’oro

Attilio del Giudice

(dal ciclo di racconti inediti Il coinvolgimento del lettore /3)

5 pensieri su “Nozze d’oro

  1. Caro scrittore, ma perché ti aspetti necessariamente una risposta? Il lettore, per definizione, le domande e le risposte le ha delegate allo scrittore nel momento in cui sfoglia la prima pagina, e sennò gli scrittori che ce stanno a’ ffa’?

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  2. Senpre più intrigante e sottile il “ gioco” dell’interattività dialettica col lettore creato da Attillio Del Giudice con cui interrompe a sorpresa il suo raccontare. Così, con domande solo apparentemente casuali, apre porte su oscuri meandri dell’animo per lo più sconosciuti o almeno sottaciuti per gli stessi chiamati a rispondere. E questi accetteranno la sfida sfruttando l’occasione per catarsi liberatorie o preferiranno ancora trincerarsi col silenzio?
    Questa volta si tratta della relazione di coppia vissuta nell’età matura ( con figli o non poco importa) che in generale, rispondendo a triti cliché appare idilliaca, perfino tenera.
    Cosa c’è in realtà dietro una convivenza pluridecennale? Possibili così tante integrazioni perfette di differenti personalità, caratteri, sensibilità, interessi? O forse si tratta anche di rapporti funzionali di reciproca convenienza?
    Bravo Attilio che coi suoi pungoli cerca di scostare la grossa patina d’ipocrisia/ opportunismo tipica della moderna società e non risparmia il rapporto di coppia.
    Insomma ecco come dare un prezioso valore aggiunto ad un raccontare già a avvncebte.

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  3. Il racconto di un episodio di vita di coppia, nell’età della vecchiaia, diventa per lo scrittore l’occasione per porsi e porre degli interrogativi al lettore sul tipo di relazione che emerge dal dialogo, e soprattutto sulle motivazioni che portano i due soggetti alla violenza verbale, con la quale si feriscono a vicenda. Forse per noi lettori quelle frasi offensive che si rivolgono entrambi l’un l’altro sono di natura violenta, mentre potrebbe essere la loro consuetudine quotidiana di una vita intera, attraversata con l’incoscienza di ciascuno di loro dei propri veri sentimenti e delle proprie emozioni. Allo scrittore, Attilio del Giudice, va riconosciuto il merito di spingere il lettore a guardarsi dentro, ma soprattutto a vedere fuori, nel mondo delle relazioni umane, quanto può essere difficile e facile allo stesso tempo comprendere l’umanità, nelle sue esternazioni, anche se ci appaiono assurde, perché lontane dal nostro modo di essere.

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  4. Grazie e complimenti per questo nuovo racconto che ci permette di passare del tempo a riflettere su un tema un po’ particolare. Io quando mi sono sposato, sognavo di arrivare in vecchiaia camminando con mia moglie mano nella mano. La mia visione delle nozze d’oro è stata sempre di tenerezza. Nel caso raccontato mi domando, ma se dopo 50 anni stanno ancora insieme e organizzano le nozze d’oro, forse le offese le cattiverie sono il loro modo di volersi bene. Certo l’educazione ricevuta da giovani incide molto sui comportamenti. A me hanno insegnato ad essere gentile con tutti, a maggior ragione con le persone a cui vuoi bene

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  5. Il lettore comprende che il vero respiro di questi battibecchi è un respiro più ampio, che ci investe tutti e giustamente ci richiama ad avere pensieri e riguardo verso chi abbiamo amato: purtroppo non si riesce sempre a non scadere in un modo di interagire che, seppure in punta di fioretto, nella sostanza è violento o forse solo rabbioso, guastato dal rammarico. Tutti livelli di comprensione della nostra grana umana che tu come autore cogli molto bene e soprattutto illustri molto bene nella costruzione di questi racconti perlopiù costituiti da dialoghi.

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