Schreber e l’ordine del mondo. Racconto di un rito impuro

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Dio proclama la sua onnipotenza sui cadaveri delle creature che ha generato. Non ha altro modo per dimostrare la sua forza, eppure, teme l’indifferenza, perché sa che perirebbe. Ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza, ossia, in spirito e carne, in forma e sostanza, qui e per sempre; pertanto, come gli umani, Egli ha orrore dell’indifferenza e della solitudine. Ma le parole rivelate agli uomini in millenni di scontri e incontri, proferite dai profeti e infine trascritte da scribi con le mani intrecciate, non sono chiare a tutti. Dio ama chi ignora e chi si sottomette, per questo ha nascosto la perfezione ai sapienti, a coloro che domandano troppo.

In una notte di fine XIX secolo, in un sogno, Egli indusse in tentazione Daniel Paul Schreber, Presidente della Corte di Appello di Dresda, poi denominato il Presidente. E lì, nel dormiveglia, nella terra in cui si vive tra i miraggi e in cui tutti siamo ignoranti, Schreber pensò che in fondo essere donna sarebbe stato bello. E quell’idea, così malsana, fuori dall’ordine del mondo e dalla volontà di Dio che aveva serrato la sua anima in un corpo di uomo, iniziò a solleticarlo sempre di più, fino a sentire che qualcuno, o qualcosa, o forse stesso lui, grazie alla forza prodottasi nel suo cervello tra quei nervi che il Creatore usa ancora oggi come vie di comunicazione per svelare il Mondo e per rappresentarsi, stava avviando una metamorfosi che da uomo lo avrebbe reso donna. D’altronde, infinite sono le vie del Signore. Esse sono come il cielo, e nel cielo esistono infiniti mondi e ordini, e ogni ordine è incomprensibile.

Nulla è. E se anche fosse, non sarebbe conoscibile. E se anche fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri. Così disse Gorgia, anch’egli, Figlio di Dio. Schreber sarebbe stato chiamato a riordinare il Mondo… questo, che appare già ordinato. E la sua trasformazione in donna, metamorfosi metafisica che secondo Freud nascondeva una omosessualità rimossa, venne descritta nel suo libro Memorie di un malato di nervi, apparso nel 1903. Così la follia, atteggiamento amato da Dio, attraverso cui può dar voce alla sua natura satirica, oziosa e amorale, è rito di passaggio che svela l’Essere. Non fu la stessa cosa per Eliogabalo, che per Antonin Artaud fu l’anarchia, quindi, Dio? E come sarà interessante, amici lettori, perdersi tra queste pagine che non lasciano impassibili, ma scuotono. E voi tenderete verso la ricerca del Dio che muove il caos nell’invisibile Es, del quale ignoriamo provenienza e meta. Un po’ come ha fatto Roberto Calasso ne L’impuro folle… che ha descritto il tragico e divertente destino di ogni essere umano che sfida l’ordine e Dio.

Martino Ciano
In copertina: L’impuro folle, Roberto Calasso, Adelphi edizioni

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