Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”, (BUR, 2010)
“Spesso si portava dietro un libro. Il libro giusto al massimo del proprio potenziale sarebbe stato in grado di salvarlo dalla morte o gli avrebbe permesso di affrontarla senza panico o disperazione.” [Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”]
“Invecchiando, penserà che trova buffe sempre meno cose perché ne capisce sempre di più.” [Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”]
“Scrisse il suo primo romanzo grazie alla birra, bevendone una lattina dietro l’altra finché la scrittura non diventava confusa, di solito alla terza pagina, tra la quarta e la quinta lattina.” [Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”]
“Un problema non risolto e risolvibile non è argomento di narrativa.” [Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”]
“Voleva scrivere per fare affermazioni definitive; se la gente non era d’accordo con lui poteva riferirsi a quelle affermazioni, così lui non avrebbe dovuto ripetersi.” [Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”]
“Il suo primo romanzo fu pubblicato il giorno del suo quarantesimo compleanno per due ragioni: Oliver Wendell Holmes aveva detto che se non hai intagliato il tuo nome nella porta prima dei quaranta tanto vale chiudere il coltellino a serramanico, e l’ “Ulisse” era stato pubblicato il giorno del quarantesimo compleanno di Joyce.” [Charles Simmons “Le pieghe dei giorni”]
L’ha ribloggato su "Il caso editoriale dell'anno", il lit-blog di Roberto Saporito.
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Grazie, molto interessante.
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Voglio leggerlo mi sembra molto interessante
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