«Quello che scrivo esiste da prima». Questa è la consapevolezza di Giovanni Peli e del suo nuovo libro Onore ai vivi (info@lamantica.it).
Giovanni è un poeta che con grande umiltà sa essere operatore del dubbio e ha nei suoi versi il coraggio e l’onestà di avvalersi senza alcun accomodamento di parole che arrivano come spine nel fianco.
Il poeta scrive per pugnalare e la sua poesia prima di essere letteratura è vita.
Onore ai vivi è un inventario del disincanto.
Tra le sue pagine si trovano tagli e lesioni: « ogni gesto è morte / come il potere dell’assassino»; « nelle mani indecifrabili segni di sé / il futuro ricopiato nel vuoto»; « viviamo pienamente / nel mutismo felice / l’attimo in cui stiamo / nominando / e la voce è rotta».
Davanti a una poesia che rifiuta di allinearsi a una contemporaneità sterile, Giovanni Peli è una straordinaria voce fuori dal coro, vigile e sempre attenta a denunciare in maniera nuda le esagerazioni di una speranza sopravvalutata.
Il poeta è attento alle parole che sanno sanguinare, a quelle che incidono con ferite sul corpo provato dalla stanchezza del mondo perché «le ragioni del sole / vanno cantate / il pensiero del canto va ucciso».
Peli è uno di quei pochi poeti che crede nella verità di un gesto, che si indigna davanti all’ipocrisia di chi si nasconde dietro la consueta e diffusa attività della simulazione.
La poesia di Onore ai vivi tocca un universo di nervi scoperti e disturba soprattutto chi per abitudine e comodità ama nascondersi dietro le metafore per mentire a se stesso e agli altri.
«Nascere non è una colpa / denudarsi non è una colpa / ferire è la sola colpa / l’oblio non è una colpa / sopravvivere non è una colpa / ferire è la sola colpa / non avere rispetto».
Giovanni Peli non scrive per cercare una morale, e i suoi libri non contengono nessuna morale.
Scrive poesie non per trasformare la vita in letteratura. Scrivo per portare la vita nella letteratura e la letteratura nella vita.
Letteratura e vita insieme, senza mai tradire né l’una e né l’altra. Questo significa onorare i vivi, questo vuol dire essere vivi qui dove « il pensiero è abbattuto / la bellezza non è di questo mondo».
Nicola Vacca