Nello squallore evidente della politica italiana che naviga a vista a corto di idee e strategie è il caso di spendere qualche parola su Bettino Craxi.Il 19 gennaio del 2000 moriva in esilio ad Hammamet l’ultimo grande leader socialista.
Un vero riformista che oggi ha lasciato un’eredità ingombrante che a sinistra pesa come un macigno. È vergognosa l’appropriazione indebita del suo pensiero da parte della sinistra postcomunista che fa finta di riabitarlo per rifarsi una verginità. La questione socialista e il pensiero del riformista Bettino Craxi non apparterranno mai all’ ipocrita sinistra postcomunista che fino al giorno della sua morte ha considerato il leader del Garofano un “pericolo per la democrazia”.
È ancora vivo nella nostra memoria il giustizialismo feroce dei comunisti di ieri la loro rabbia, sfogata attraverso le monetine e l’appoggio morale al Pool di Milano,nei confronti dell’anticomunista Craxi che voleva affrancare il suo partito dalla sudditanza massimalista e soprattutto coniugare la sinistra con la libertà. Adesso che politicamente il duello a sinistra tra Bettino Craxi ed Enrico Berlinguer lo ha vinto il primo(come dimostrano le tardive dichiarazioni di Piero Fassino affidate alla sua autobiografia politica) ci sarà pure un motivo perché oggi la sinistra consideri Craxi l’uomo politico su cui interrogarsi?.
Il fantasma di Bettino Craxi e il suo riformismo vincente e attuale, che incarna una certa idea di sinistra,moderna e democratica attenta all’ individuo e alla sua dignità, oggi turbano quel che rimane della sinistra postcomunista che lo ha giustiziato con un processo sommario.
La questione socialista di Bettino Craxi non apparterrà mai al loro Dna. Fu lo stesso Craxi a scrivere prima di morire che la cosa più terribile sarebbe quello di essere riabilitato da coloro che lo hanno assassinato. Così sta accadendo.
Nicola Vacca