Simone Weil, figura straordinaria e contraddittoria del pensiero filosofico e religioso del Novecento, ha attraversato il suo tempo come una rapida meteora ed ha lasciato in eredità l’originalità e l’autenticità del suo percorso speculativo con il quale ancora oggi bisogna fare i conti.
Scrittrice, irrequieta, indipendente, rifiuta schemi e scuole di appartenenza e dedica la sua breve vita alla ricerca interiore tenace fondata sull’idea di partecipazione, dell’impegno e della testimonianza.
Troviamo Simone, innamorata nella contemplazione dell’intreccio tra vita e pensiero, nelle vesti di insegnante di filosofia, di operaia, di animatrice del dibattito politico , spirituale e filosofico del suo tempo.
Attraverso le sue opere si deduce che la vita è concepita dal suo pensiero come una ricerca continua motivata dal bisogno di fare esperienza affidandosi alla partecipazione vissuta con intensa emotività.
Dalla riflessione intorno ai suoi scritti oggi si comprende ancora la grandezza della Weil, la cui conquista spirituale indaga il complesso mondo delle idee e del pensiero mostrando l’autentica scelta di libertà in favore della verità.
Per entrare nel vivo dell’attualità del pensiero di Simone Weil non si può non considerare L’ombra e la grazia, a mio avviso il suo libro fondamentale. Il libro è una raccolta di pensieri, aforismi, sentenze e meditazioni tratte dalle pagine del diario personale e intimo che l’autrice tenne tra il 1940 e il 1942 . Ancora oggi, questa opera, rappresenta una delle più brucianti testimonianze mistiche del Ventesimo secolo e più di ogni altra aiuta a penetrare più da vicino la vera essenza del pensiero filosofico della sua autrice.
Si tratta di vere e proprie investigazioni spirituali nella quali la Weil, in forma di frammento, affronta i temi a lei più cari. L’amore di Dio, l’amicizia,, il senso del tempo, la contraddizione, l’armonia sociale, il rapporto tra il desiderio e l’individualità, sono alcuni dei contenuti di queste straordinarie riflessioni contenuti nella sintesi di questi brevi pensieri che squarciano illuminati la mente del lettore.
In queste pagine pubblicate postume nel 1947 per i tipi della Librairie Plon di Parigi curata da Gustave Thibon, aleggiano le figure di Pascal e di Kierkegaard..
L’ombra e la grazia contiene la forza prorompente di un pensiero che vuole ricercare la verità attraverso il percorso spirituale e incontra nella partecipazione ad ogni evento il legame indissolubile con la filosofia della vita che si riconosce impegno e testimonianza nell’elaborazione della fondamentale esperienza dell’esserci nel mondo.
Questo libro della Weil, più di ogni altro, narra la storia di un’anima pronta a scalare attraverso le strade tortuose del pensiero la montagna della conoscenza reale ispirata dalla ricerca filosofica dai faticosi appigli. Guidata così dalla rigorosa intransigenza di princìpi morali, lei prosegue testarda, senza mai arrendersi di fronte alle difficoltà, la ricerca disperata della verità assoluta.
La Weil era convinta, con Pascal, che l’uomo è manifestamente fatto per pensare; qui alberga tutta la sua dignità; e tutto il suo merito e il suo dovere sta nel pensare come si deve.
I pensieri de L’ombra e la grazia sono delle vere e proprie investigazioni spirituali, piuttosto che semplici aforismi , su temi di ricerca e meditazioni che lasciano il campo a successivi approfondimenti.
Perché talvolta il pensiero è oscuro e la rilettura attenta e meditativa è un obbligo per dare senso compiuto alla profondità del concetto espresso dall’autrice che perlustra il profondo della psiche, avventurandosi nei meandri dei suoi pensieri intimi.
È un libro, questo da non leggere tutto d’un fiato. Bisogna affidarsi ad una lettura breve , far decantare nel profondo dell’anima le meditazione dell’autrice.
Da questo particolare approccio all’opera in questione di Simone Weil si coglie subito la profetica attualità del suo pensiero. In alcuni frammenti troviamo la risposta alta del pensiero filosofico a due temi fondamentali di cui molto si discute: Il Silenzio di Dio e la clonazione.
Scrive la Weil: “Egli ride dell’infelicità degli innocenti. Silenzio di Dio.I rumori quaggiù imitano quel silenzio. Essi non significano nulla.
Quando abbiamo bisogno fino in fondo alle viscere di un rumore che voglia dire qualcosa; quando gridiamo per ottenere una risposta che non ci è concessa; allora noi sperimentiamo il silenzio di Dio”.
La forza straordinaria di questo pensiero, invece , sconfessa le pericolose opinioni dei predicatori del falso mito della clonazione: “ Credere nell’immortalità è nocivo perché non è in nostro potere rappresentarci l’anima come veramente incorporea. Così questa credenza è in realtà credenza nel prolungamento della vita; e toglie l’uso della mente. Presenza di Dio. Dobbiamo intenderla in due modi. In quanto creatore, Iddio è presente in ogni cosa che esiste, dal momento che esiste. La presenza per la quale Iddio ha bisogno della cooperazione della creatura, è la presenza di Dio, non in quanto è il Creatore, ma in quanto lo Spirito. La presenza prima è presenza di creazione. La seconda di dis-creazione”.
Nella convinzione dell’inseparabilità del pensiero dall’ anima del mondo risiede l’attualità dell’opera di Simone Weil ; una scelta di vita in grado di comprendere la vita insieme a una coerenza etica che si esprime nell’agire come essere integrato nelle vicende del mondo.
L’ombra e la grazia è il libro che più da vicino svela i segreti più intimi della grande pensatrice che deciso di vivere nello Spirito la sua breve esistenza. Le parole di Georges Hourdin rendono l’idea della sua grandezza epocale:“Prepariamoci dunque a incontrare un libro straordinario, scritto da una giovane bruciante di carità. Dopo la guerra, Simone Weil fu nel contempo profeta e testimone dell’Assoluto”.
Nicola Vacca